Di origini molto antiche, si ritiene che CISERANO sia stata fondata all'epoca di Giulio Cesare: lo stesso toponimo -in latino CAESARANUM o CISERANUM- indicherebbe la presenza nel luogo di un "cesariano". Non manca però chi riporta la nascita del centro al periodo dei primi imperatori, rifacendosi al ritrovamento di oggetti di epoca imperiale.
I primi insediamenti abitativi sul territorio comunale sono molto antichi e risalgono all'epoca romana, come si evince da alcuni ritrovamenti archeologici consistenti in alcune tombe ed annesso corredo funebre di età precristiana. I reperti, venuti alla luce in località Torchio, intorno al 1945, rappresentano uno dei numerosi segni della presenza romana nella zona occidentale della pianura bergamasca.
Il paese di Ciserano in quel tempo era inoltre attraversato da un'importante strada, in seguito denominata strada Francesca che, congiungendo Milano ad Aquileia, caratterizzò la vita commerciale dell'intera zona che ne trasse giovamento.
Qualche secolo più tardi la stessa strada divenne percorso abituale delle orde barbariche provenienti dal nord-est dell'Europa, che portarono distruzione e terrore tra gli abitanti locali.
Questa fu poi rimessa a nuovo dai Franchi, dai quali prese il nome, che la utilizzarono anche per il trasporto della salma dell'imperatore Ludovico II, figlio di Lotario, da Brescia al capoluogo lombardo.
Con l'avvento dei Franchi, che istituirono il Sacro Romano Impero, si verificò la nascita del feudalesimo che ebbe grande sviluppo nella bergamasca. Questo periodo storico fu caratterizzato da una profonda instabilità politica e sociale, dovuta anche ai numerosi scontri tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini.
Anche Ciserano visse questa situazione, tanto da doversi dotare di fortificazioni a scopo difensivo, come evidenziato dalla cinta muraria che proteggeva il borgo, nel quale spiccava un castello con tanto di torre.
A questa situazione pose fine l'arrivo della Repubblica di Venezia che, a partire dall'inizio del XV secolo, permise alla popolazione di vivere un'esistenza più tranquilla grazie ad una lungimirante politica in ambito sociale ed economico. A dimostrazione delle mutate condizioni sociali è la trasformazione del castello medievale, inglobato parzialmente nella chiesa parrocchiale, esistente già nel XVI secolo.
I veneti inoltre posero una dogana ai margini del paese (sul confine con Boltiere) con tanto di guarnigione, dato che il confine con il Ducato di Milano era distante pochi chilometri, delimitato dal fosso bergamasco. In quella zona vi erano accampamenti, come ritroviamo nel cortile denominato Stal del Capitane (Cortile del capitano) che sta ad indicare insediamenti militari a controllo del confine tra i due ducati.
Il termine della dominazione veneta avvenne nel 1797 con l'avvento della Repubblica Cisalpina, alla quale subentrarono, nel 1815, gli austriaci che instaurarono il Regno Lombardo-Veneto. L'ultimo cambiamento si verificò nel 1859 quando Ciserano, unitamente al resto della provincia bergamasca, entrò a fare parte del Regno d'Italia.
Il paese non visse eventi di particolare rilievo fino all'immediato secondo dopoguerra, quando la zona posta ai margini orientali del territorio comunale (comprendente anche terreni di altri paesi limitrofi) fu interessata da un progetto di urbanizzazione ed industrializzazione che prevedeva la creazione di un nuovo centro industriale con 50 000 abitanti, chiamato Zingonia. Il progetto fallì parzialmente, poiché il progetto è rimasto incompiuto.
CENNI SU PUBBLICAZIONI STORICHE
Ciserano nel 1596
(Giovanni Da Lezze, Descrizione di Bergamo e suo territorio 1596, a cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani, Bergamo, 1988)
La terra è in pianura con fosse attorno il teritorio, longo et largo un milio, lontan da Bergomo milia XI confinando con Pontirolo milanese.
Fochi n. 67, anime n. 450: utili n. 85, il resto come di sopra.
Soldati: archibusieri 4, pichieri 2; galleotti 3.
Terre col comune pertiche 1.293, con la città 1.859.
Raccolti abondantissimi valendo le terre sino scudi 40 la pertica.
Il comune ha L. 300 incirca di entrada de affitti de terre et altro.
È governato da sette huomini di consilio, doi sindici con L. 25 per uno che scodono et pagano et danno conto alli 7 huomini.
Al console L. 35, non si fanno bone andate, ma a sue spese è obligato, paga in Camera il sussidio, al Benaglio le tasse, al sindico della quadra tanto quanto dimanda, che il maneggio importa circa d.ti 80 per carratta del estimo de s. ... d.-.
Questo comune ha beni comunali ma da particulari usurpati come nella lista et dissegno riposto nella cancellaria.
Le fosse sono occupate attorno il castello da particulari se ben sono comunali.
S.to Martino cura ha L. 450 se bene sono di un'altra chiesa di S.to Marco scomoda et for dela terra.
Una seriola detta la Nova con doi molini.
Un'altra detta Lumetino. Un'altra detta Sisolo.
Un'altra detta la Seriola Vecchia con un molin da olio.
Animali: n. 149 bovini, cavalli n. 44. /
Ciserano nel 1820
citazione dal "Dizionario odeporico" di Giovanni Maironi da Ponte
edito a Bergamo dalla Stamperia Mazzoleni, 1820, vol. II, pag. 24
"Ciserano, villaggio del distretto e della pretura di Verdello, situato sulla destra della strada maestrie, che da Bergamo continua a Lodi, ad un miglio inferiormente del detto capoluogo, resta in contatto di quella porzione di Gerradadda, che recentemente fu alla nostra provincia riunita.
Il suo territorio è fertile in biade ed in gelsi, i quali ri prosperano molto, ha però anche un gran trailo a bosco in vicinanza della così detta campagna di Canonica ed i suoi novecentoventi abitanti sono quasi tutti agricoltori.
La sua chiesa parrocchiale ha per titolari s. Marco Evangelista e s. Martino vescovo, che vi si vengono effigiati in quadri nel coro. La pala in mezzo rappresentante s. Giuliano martire, il cui corpo quivi si conserva, è opera del nostro Capella. Vi sono alcuni altri quadri di vecchio pennello; e le medaglie nella volta sono del Ferrari milanese. Ha una chiesa sussidiaria, un oratorio in onore della B. Vergine detta di s. Marco, fabbricato lungo la così detta strada Francesca.
Sussiste quivi costante tradizione che il villaggio altra fiata fosse castello. Ora non ci si presenta sotto tale aspetto che per conto di un'ampia fossa, che tutto la circonda. I suoi abitatori si trovano però frequentemente nominati nelle famose fazioni Guelfa e Ghibellina.
Ciserano è lontano da Bergamo miglia nove ed ha di estimo censuario di scudi 33156.1.0.13.0. e centoventi possidenti estimati."
Ultimo Aggiornamento
Ago/23
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